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lunedì 29 novembre 2010

FRIENDSHIP ADDICTION





La dipendenza da amici condivisi su Facebook. David Smallwood, psicologo britannico ed esperto in dipendenze, ha formulato la nuova patologia secondo la quale il più diffuso social network alimenta l’insicurezza degli utenti che non riescono a staccarsi dal sito.L’importante è curare il profilo non la persona, tutto passa dal web fino a rimanere prigionieri del proprio computer e della propria casa. Si può precipitare in un stato depressivo e si sostituisce ogni contatto sociale con amici virtuali. Tutto diviene digitale: situazione sentimentale, sfera emotiva, sensazioni, innamoramenti, interessi, impegni, musica, foto ed eventi. Il Policlinico Agostino Gemelli di Roma è stato il primo a creare un centro per assistere chi è affetto da psicopatologie da web ed in particolare quelle legate ai social network. Il nuovo strumento di comunicazione moderna, non usato con il dovuto equilibrio, ha già provocato gravi aberrazioni alla psiche.

domenica 28 novembre 2010

LIFE ULTIMATELY MEANS NOTHING



"La vita, alla fine, non significa nulla"
(William Shakespeare)

venerdì 26 novembre 2010

LA CANTATRICE DELLE PASSIONI FEMMINILI

PROFETICA # SCOTTANTE # TRASGRESSIVA
“Questa cantatrice dell’esperienza femminile, che con scetticismo, passione e potere visionario ha messo sotto esame una civiltà divisa”. Con questa motivazione è stata premiata nel 2007, dall’Accademia svedese, con il Nobel per la letteratura DORIS LESSING. Nata nel 1919 a Kermanshah in Iran vive fino al 1949 in Rhodesia, dopo il divorzio dal secondo marito si trasferisce, da sola con i figli, a Londra.
Esponente comunista, si schierò contro Stalin per difendere Trotzkij : “Il problema, per ogni grande ideologo (K. Marx), è nel danno che fanno i suoi adepti (burocrati) che, incapaci di avere idee e di svilupparle, diffondono solo ideologie”. Il terrorismo, l’11 settembre, la politica estera di Bush, i movimenti per la pace, la situazione dello Zimbabwe dove è cresciuta. Ma anche il significato più profondo di vecchiaia e giovinezza, il potere liberatorio della risata, il femminismo e la difesa del maschio vilipeso: Doris Lessing è una di quelle scrittrici che non si sono mai sottratte ai giudizi anche drastici e impegnativi, dimostrando di avere più fiducia nell’individuo che nelle grandi organizzazioni. Per lei, l’invecchiamento è una questione di aspettative degli altri nei nostri confronti: ora ci si aspetta che non si invecchi mai. Gli uomini sono continuamente vilipesi, continuamente colpevolizzati per i crimini commessi dal loro sesso. Le donne si dovrebbero concentrare sul cambiamento di quelle leggi obsolete che le riguardano, invece di disperdere molte energie in insulti inutili a danno dei maschi. In un mondo in cui i media stanno abituando tutti a livelli altissimi di violenza, in una sorta di silenzioso lavaggio del cervello la ricetta della Lessing è di affidarsi alla risata: “la risata è qualcosa di molto potente e solo le persone civili, le persone libere ed emancipate, sanno ridere di se stesse”. “Non credo che il cow-boy Bush libererà il mondo dal terrorismo”. Ma è soprattutto dalla letteratura e dalla storia che ciascuno di noi dovrebbe imparare come essere un cittadino ed un essere umano, avendo il coraggio di esprimere opinioni che si discostano da quelle della massa. (Ottobre 2007)

DALL’ETICA DEL LAVORO ALL’ETICA DEL CONSUMO






Zygmunt Bauman esprimendosi su Ed Miliband (ora alla guida del Labour) :
“Mi sembra molto interessante la visione della collettività di Ed. La sua sensibilità ai problemi dei poveri, la consapevolezza che la qualità della società e la coesione della comunità non si misurano in termini statistici ma in base al benessere delle fasce più deboli”. La società è passata dagli “ideali di una comunità di cittadini responsabili a quelli di un’accolita di consumatori soddisfatti e quindi portatori di interessi personali”. “Il compito della sociologia è venire in aiuto dell’individuo, dobbiamo porci a servizio della libertà. E’ qualcosa che abbiamo perso di vista”. “Sono per un reddito minimo garantito ai più poveri: è una delle poche idee che permette la nostra resurrezione morale”. “Conta ritrovare il senso della comunità: perché se un individuo viene escluso non ha più protezione e può essere facilmente manipolato”.
Zygmunt Bauman (espulso dalla Polonia) è stato docente di sociologia alla Leeds università fino al 1990. Ora ottantaquattrenne, pensionato e prolifico autore di libri, vive nel verde dello Yorkshire.

martedì 23 novembre 2010

LA NAUSEA - NAUSEATING


JEAN PAUL SARTRE (1938-stesura definitiva)

martedì 16 novembre 2010

LA PAURA DI ESSERE OMOSESSUALE ED IL CORAGGIO DI DIRLO - The Fear of Being Homosexual and the Courage to Say

Da Oscar Wilde, con il processo e la condanna a due anni di prigione per aver violato la legge che codificava le regole morali in materia sessuale della sua stessa classe sociale, alla passione e possessione di Arthur Rimbaud e Paul Verlaine. "Ora mi sento libero di essere omosessuale". Quello di Tiziano Ferro è stato un successo mai vissuto nella sua pienezza. Dalla bulimia dell’adolescenza alla non accettazione dell’omosessualità, dalla depressione all’incapacità di amare. La fragilità e le fughe all’estero, la scelta di vivere a Londra, lontano dalla pazza folla del mondo pop italiano. Un totale isolamento per non fare vedere un tormento che era evidente. Dopo la liberazione, ora il mondo cambierà, davanti c’è una vita piena di opportunità.

domenica 14 novembre 2010

" THERE ARE MOMENTS OF SILENCE AND
MOMENTS TO MAKE NOISE."

AUNG SAN SUU KYI


"CI SONO MOMENTI PER IL SILENZIO
E MOMENTI PER FARE RUMORE"

sabato 13 novembre 2010

L'INFINITO


Sempre caro mi fu quest’ermo colle,
e questa siepe, che da tanta parte

dell’ultimo orizzonte il guardo esclude.
Ma sedendo e mirando,
interminati spazi di là da quella,
e sovrumani silenzi,
e profondissima quiete
io nel pensier mi fingo;
ove per poco il cor non si spaura.
E come il vento odo stormir tra queste piante,
io quello infinito silenzio
a questa voce vo comparando:
e mi sovvien l’eterno, e le morte stagioni,
e la presente e viva, e il suon di lei.
Così tra questa immensità s’annega il pensier mio;
e il naufragar m’è dolce in questo mare.
(Giacomo Leopardi)

S'I FOSSE FOCO


S'i' fosse foco, arderei 'l mondo;
s'i' fosse vento, lo tempestarei;
s'i' fosse acqua, i' l'annegherei;
s'i' fosse Dio, mandereil'en profondo;
s'i' fosse papa, allor serei giocondo,
ché tutti cristïani imbrigarei,
s'i' fosse 'mperator, sa' che farei?
a tutti taglierei lo capo a tondo.
S'i' fosse morte, andarei da mi' padre;
s'i' fosse vita, non starei con lui:
similemente faria da mi' madre,
S'i' fosse Cecco, com'i' sono e fui,
torrei le donne giovani e leggiadre:
le vecchie e laide lasserei altrui.
(Cecco Angiolieri)

giovedì 11 novembre 2010

Mahatma Gandhi


La semplicità è l'essenza dell'universalità

NO COMMENT









PROSTITUTION

AD...DIO




VERGOGNA
ED ORRORE

THE BIRD











FOLLIA PURA


BILLIE...












RIFLESSIONI SULL'ECONOMIA ETICA


Non è solo il dibattito sulla globalizzazione, avviato ormai su larga scala, a riproporre il quesito, ma la consapevolezza di un crescente squilibrio nella distribuzione della ricchezza, la povertà crescente di intere aree del pianeta, l’impoverimento di ampie fasce di popolazione nei paesi “sviluppati”, l’attività legislativa e le politiche umanitarie sempre più condizionate dalle grandi lobby del potere economico. Per la formulazione di una teoria chiamata “Economia Etica”, il filosofo ed economista indiano Amartya Sen ha vinto il Premio Nobel per l’economia nel 1998.
Ha fatto emergere, attraverso i suoi studi, la profonda contraddizione di una scienza socialmente avanzata come l’economia, che diventa sempre più “umanamente arretrata”, incapace di rispondere ai bisogni fondamentali dell’uomo perché sempre più astratta dal contesto storico, politico, ecologico.Partendo da un esame critico dell’economia del benessere e degli indicatori tradizionali di ricchezza (reddito e consumi), Sen propone di inserire valori basati su cooperazione e solidarietà, svolgendo un nuovo concetto di sviluppo, non più legato solo alla crescita economica, ma ad una complessiva, migliore qualità della vita per tutti.
Amartya Sen contesta all’utilitarismo…“l’indifferenza per la distribuzione della felicità” e rimprovera “chi tende a ridurre la libertà a un semplice vantaggio” ma, soprattutto, unico tra gli economisti, ammette che…”i beni principali (necessari per qualsiasi piano di vita) devono essere convertiti in benessere effettivo. Perché questo è il vero sviluppo”.
Considera un “diritto”, quindi, non solo la possibilità di accesso ai beni materiali ma anche quella di avere opportunità, di partecipare alla vita della comunità, di esercitare diritti, quella che in sintesi egli definisce la libertà di decidere la propria vita e di operare scelte.Un’esempio riuscito di come si può produrre ricchezza, sviluppando un progetto legato alla solidarietà sociale, è stato realizzato in Bangladesh con la Banca Etica di Muhammad Yunus e il sistema del microcredito.
Per chi non accetta il liberismo, che sconta un inevitabile costo sociale (ed anche umano) per produrre ricchezza, e per chi non condivide il pessimismo rispetto ad un processo considerato ormai troppo degenerato per cambiare, esiste la possibilità, sempre, di una scelta “etica”. Una scelta etica non è alienata rispetto alla realtà, ha e deve avere consapevolezza storica del momento in cui si vive, della realtà in cui agisce, ma crede nella possibilità di operare cambiamenti, di esercitare scelte individuali e collettive coerenti a principi socialmente etici, in tutti i contesti in cui opera, per sviluppare una cultura dove i processi economici ed in senso più ampio politici, scontano principi di solidarietà, equità, cooperazione, responsabilità sociale e, sempre, di rispetto della dignità della persona.

QUOTIDIANITA' OCCIDENTALE


La mattina ci svegliamo al suono di una sveglia elettrica, accendiamo le luci, facciamo una doccia con l’acqua calda, usiamo il phon, prendiamo il latte dal frigo, prepariamo la colazione sui fornelli, magari ci laviamo pure i denti con lo spazzolino elettrico, e usciamo di casa. Prendiamo l’ascensore, apriamo il garage con il radiocomando, avviamo il motore e ci immettiamo nel traffico della città, circondati da motorini, auto e altri mezzi di trasporto pubblici e privati. Al lavoro usiamo computer, telefono, radio, fotocopiatrice e ogni sorta di altro aggeggio tecnologico. La sera ci immergiamo nell’illuminazione di vie, negozi, supermercati, bar, ristoranti, teatri e cinema, o ci godiamo nella nostra casa riscaldata qualche film in televisione, sul videoregistratore o al dvd, oppure ascoltiamo della musica da un impianto Hi-Fi.
E quando andiamo a letto, magari ci ricordiamo di ringraziare per il pane quotidiano qualche astratta entità, ma certo ci dimentichiamo che tutte queste cose non sono miracoli, non ci sono sempre state e hanno cambiato la nostra vita in maniera radicale. Qualunque occidentale contemporaneo, infatti, considera l’esistenza dei collegamenti alle reti di luce, gas, telefono e internet, e l’uso del riscaldamento e dell’auto privata come dati di fatto della propria vita, e al più si lamenta di quanto costino a sé quando riceve le bollette o paga la benzina al distributore. Ma quasi nessuno si preoccupa invece di quanto costino al pianeta i nostri consumi energetici, quanto tempo esso potrà ancora sostenerli, e come dovremmo prepararci per il nostro futuro e, soprattutto, dei nostri figli. Quando pensiamo alla tecnologia, dunque, ricordiamoci la complessità del problema, e domandiamoci non solo che cosa essa può fare, fa e farà per noi, ma anche cosa noi possiamo fare, e non facciamo, per lei e per il pianeta che la rende possibile. (P.O.)

MY FAVORITE THINGS - Atlantic,1960


IL GENIO MALEDETTO DEL SAX INSEGNA A SUPERARE I LIMITI UMANI E MUSICALI
E A OSARE ANCHE NELL’IMPROVVISAZIONE
Patti Smith : “ La prima volta che ho ascoltato questo disco avevo sedici anni. Oltre a essere incredibilmente bello, mi ha insegnato tutto ciò che avevo bisogno di sapere sull’improvvisazione. Coltrane prendeva una melodia popolare, magari anche fuori moda come My Favorite Things, ne eseguiva l’aria e poi per dodici minuti partiva come se stesse parlando con Dio. In questo modo Coltrane ha creato un modello non solo per l’arte ma anche per l’esistenza umana, perché in quanto lavoratori e artisti tutti noi vogliamo superare i nostri limiti e spingerci oltre, accedere a nuovi livelli. Per me è uno dei dischi più importanti in assoluto, occupa un posto proprio accanto a The Time They Are A-Changin’ di Bob Dylan. Ha catturato l’immaginazione della gente e sconvolto ogni cosa: l’idea che si aveva del Jazz e delle potenzialità dell’improvvisazione in ogni sua forma. Grazie a questo disco sono venuta a sapere dell’esistenza di Miles Davis e di Roland Kirk, dei poeti a loro associati, Allen Ginsberg e Ray Bremser, e di artisti espressionisti astratti come Jackson Pollock. Ancora oggi quando canto penso a John Coltrane. Trovarsi di fronte a un microfono e cercare di improvvisare per dodici minuti come in Radio Baghdad, è un’impresa ardua. Ma Coltrane mi trasmette fiducia in questa capacità. E ancora oggi lo ascolto”.

Patti Smith : “The first time I listened to this record I was 16. Apart from being incredibile beautiful, it has taught me everything I needed to know about improvisation. Coltrane took a popular melody, even out of fashion as My Favorite Things, performed its air and then went on for twelve minutes, as he was speaking to God. So Coltrane created a model both for the art and the human existence because we all want, as workers and as artist, to exceed our limits to dare and to reach new levels. For me it is absolutely one of the most important records besides Bob Dylan’s The Time They Are A-Changin. It has captured people’s imagination and upset evrything: the idea we have about Jazz and about the power of improvisation in every way. Thanks to this record I have known Miles Davis and Roland Kirk and the poets associated with them, allen Ginsberg end Ray Bremser, and some abstract expressionist artist as Jackson Pollock. Even today, when I sing, I think of John coltrane, it is an arduous task to try to improvvise, in front of a microphone, for twelve minutes, as in Radio Bagdad. But Coltrane transmits me the confidence in this capacity. And I listen to him, still today".


KIND OF BLUE - Blue Note,1959


L’ALBUM CHE HA DATO INIZIO AL JAZZ MODERNO:
EPOCALE E PURE CAMPIONE DI VENDITE
P.Wareham (Acoustic Ladyland) :
“ Nel 1959 il bebop circolava già da dieci anni, la gente aveva capito tutti i suoi limiti e cercava di fuggirlo. Il Jazz modale invece permetteva di suonare la stessa nota per otto battute, o anche sedici. E in quello spazio i musicisti dovevano inventare cosa suonare. La cosa importante era l’atmosfera che trovavi in quel determinato accordo. Miles aveva introdotto il Jazz modale nel brano che dà il titolo a Milestones , ma questo album è stato il primo interamente modale. Il risultato è il Jazz moderno. Pubblico, critica e gli altri musicisti lo accolsero benissimo. Chet Baker e la scuola del cool Jazz vennero influenzati da Kind of Blu : è qui che inzia la missione di John Coltrane. Bill Evans al piano definisce lo stile cool rilassato e questo porta a Keith Jarret e alla scuola del Jazz europeo dell’etichetta Ecm”.

L'ESISTENZIALISMO NELLA FILOSOFIA CONTEMPORANEA


Nicola Abbagnano
Si può forse contrassegnare il clima generale della filosofia contemporanea come un nuovo illuminismo. Le tre correnti alle quali è dovuto il rinnovamento della problematica filosofica e che costituiscono nel loro insieme l'avanguardia militante del pensiero contemporaneo, cioè lo strumentalismo pragmatistico, il neo-positivismo logico e l'esistenzialismo, pur nella diversità dei loro indirizzi e nella eterogeneità dei loro linguaggi, rivelano una significativa concordanza di atteggiamenti, negativi e positivi, di fronte a certi problemi; ed appunto tale concordanza di atteggiamenti delinea, al di là della polemica, quell'orizzonte filosofico che si potrebbe chiamare il nuovo illuminismo.
L'illuminismo settecentesco aveva visto nella ragione una forza critica e insieme costruttiva, una forza che dovesse liberare l'uomo dai pregiudizi, dalle tradizioni, dai miti religiosi e metafisici e nello stesso tempo aiutarlo a costruire il suo vero mondo, un mondo fondato sulle possibilità di cui egli fosse autenticamente in possesso. L'illuminismo settecentesco riconosceva bensi nella ragione la natura propria dell'uomo, ma subordinava la ragione all'uomo, vedendo in essa uno strumento di liberazione e di progresso, un richiamo e una guida ai suoi compiti effettivi nel mondo. Di fronte all'illuminismo settecentesco, il razionalismo romantico dell'Ottocento, che culmina in Hegel, sacrifica interamente l'uomo alla ragione. La ragione diventa la sostanza stessa del mondo e nel mondo si mantiene ed abita come forza infinita che traduce infallibilmente in atto tutte le sue determinazioni.
Actas del Primer Congreso Nacional de Filosofía (Mendoza 1949), Universidad Nacional de Cuyo, Buenos Aires 1950, tomo I, págs. 339-348. (Tercera sesión plenaria, 4 de abril de 1949.)

IN RICORDO DI ANNA POLITKOVSKAJA


Era sabato 7 ottobre 2006, quando poco dopo le 16, a Mosca in Ulica Lesnaja, viene ritrovato il corpo barbaramente assassinato della giornalista Anna Politkovskaja. Fin da subito allo sdegno internazionale si accompagna il penoso tentativo in patria di ridimensionare la sua figura e di spegnere la sua voce. Ma la verità è nella sua vita e nelle sue cronache giornalistiche. In quell’inizio di ottobre Anna stava lavorando ad un articolo che conteneva una documentata denuncia contro Ramzan Kadyrov (primo ministro ceceno e pupillo di Putin) e i suoi uomini. Articolo in cui, ancora una volta avrebbe riportato accuse dirette di torture e trattamenti inumani ai danni di prigionieri politici e non. Le prime minacce alla sua vita risalgono a molti anni prima, al 2001 anno in cui viene arrestata, torturata e condannata a morte con un processo farsa, quando ormai il tentativo di ostacolare la sua ricerca di verità e “regolamentare” i suoi scritti diventa inutile. Dal 1999 al 2006 sulle pagine della Novaja Gazeta dà voce agli “scomparsi”, alla disperazione delle vittime,denuncia ingiustizie commesse in territorio ceceno e russo, porta avanti inchieste sulla corruzione negli apparati governativi e si impegna in prima persona per portare aiuti umanitari e dare supporto nelle azioni legali di chiunque le chieda aiuto per ottenere giustizia. Con la coerenza che la contraddistingue non risparmia critiche alle politiche occidentali di solidarietà e sostegno dei diritti civili che troppo spesso scontano il prezzo degli interessi economici dei singoli Stati. “A volte la gente paga con la vita per dire ad alta voce ciò che pensa.”
E come se non bastasse il suo impegno per i diritti civili, per la libertà di parola, le sue denunce coraggiose, il suo giornalismo limpido e indipendente, Anna Politkovskaja lascia aperta un’altra grande riflessione sul potere e l’uso della parola, oggi più che mai con l’amplificazione che ne fanno i media, usata per non dire, per manipolare le opinioni, per nascondere la verità. “Io vivo la mia vita e scrivo ciò che vedo.”Ricordiamola con l’immagine che il collettivo della redazione della Novaja Gazeta le ha dedicato sul sito del giornale: “Era bella e con il passare del tempo diventava sempre più bella, perché il volto lo riceviamo da Dio come materiale grezzo, ma poi ce lo scolpiamo da soli. In età adulta, dal viso inizia a trasparire l’anima. E lei aveva un'anima bella."
(2007-K.Maida)

lunedì 8 novembre 2010

LA BILE DEGLI ORSI DELLA LUNA



In Cina, in Vietnam e in Corea esistono ancora le fabbriche dove si torturano gli orsi della luna per prelevare dalla cistifellea il liquido considerato da secoli un ingrediente prezioso e insostituibile nella medicina tradizionale cinese. Il componente principale della bile, l’acido ursodeoxicolico, viene utlizzato ancora per curare disturbi come la febbre, le patologie del fegato, le infiammazioni ma anche per lozioni, unguenti, the, bevande, vino e perrfino shampoo. Questo nonostante siano disponibili alternative erboristiche e sia possibile la sintesi in laboratorio della medesima sostanza senza costi ulteriori o effetti collaterali. Sono circa 16.000 gli orsi neri allevati e torturati che vivono tutta la vita in gabbie strette, sporche e anguste senza potersi muovere. In preda alla disperazione molti orsi trascorrono la giornata sbattendo la testa contro le sbarre cercando addirittura il suicidio.

BIG BANG


Al Cern di Ginevra, grazie al Large Hadron Collider (LHC) l’acceleratore di particelle più grande del mondo, sono state ricreate le temperature dei primi istanti dell’Universo, un calore di migliaia di gradi. LA TEORIA – L’universo è nato da una gigantesca esplosione, circa 13,7 miliardi di anni fa, a partire da un punto, detto singolarità, infinitamente denso e caldo dello spazio-tempo. Descrive tutto ciò che è accaduto a partire da 0,0001 secondi dall’istante iniziale. Da una massa informe di energia hanno preso forma tutte le particelle costituenti la materia e l’antimateria. Lo spazio-tempo si è espanso in un processo di dilatazione che continua tuttora.

domenica 7 novembre 2010

LA FELICITA’ NEL LAVORO


Un dipendente contento svolge la sua attività con maggiore attenzione e rapidità, insomma è un asset per le aziende, i profitti d’impresa sono migliori, i contenziosi di lavoro ridotti, il turn over più basso, le assenze per malattie in calo.
Come si rende felice chi lavora? Orario di lavoro, retribuzione, ascolto dei bisogni, meritocrazia. I soldi non danno la felicità, ma essere felici fa guadagnare-a tutti-di più.
Essere soddisfatti e motivati porta a risultati migliori.Per Jonathan Haidt (University of Virginia) i dipendenti felici producono reddito, aumentano la competitività, fanno bene ai profitti. Arnold Bakker (Università di Rotterdam): gli stati d’animo positivi sono contagiosi. Un nutrito numero di Responsabili del Personale ne ha parlato in un convegno sul Talent Management organizzato dal CRF Institute alla Luiss Business School di Roma.La vecchia concezione, secondo la quale vita privata e vita professionale non s’incontravano mai, è ormai superata. Mario D’Ambrosio (Presidente dell’Associazione Italiana per la Direzione del Personale) dice che è cresciuta l’importanza che la gente dà al tempo per sé,“L’idea che produce di più chi resta più ore in azienda ormai è sfatata:è come contribuisci che conta, non quanto tempo passi sul luogo di lavoro.”Positività e apertura culturale influenzano la qualità della vita lavorativa mentre l’assenteismo è tra i fattori chiave per misurare la felicità aziendale.
Marco Scippa (Capo delle Risorse Umane dell’azienda Elica):“La persona di talento non è quella super preparata, ma quella che sa trovare rapidamente la chiave della serratura.Questa prontezza te la dà solo la contaminazione dei saperi.” Paolo Forte (Responsabile delle Politiche di Gestione e Sviluppo delle Risorse Umane di BNL):”Nessuno può essere un talento sempre e comunque, tutto è in movimento, bisogna coltivare più interessi.” Gianmaurizio Cazzarolli (Direttore Risorse Umane in Tetra Pak):”Passiamo in azienda troppo tempo per viverci male. Ognuno deve stabilire ciò che conta per lui; studiare, viaggiare, la famiglia, trovare forme per rigenerarsi.” Quello che, in uno studio sul “prezzo della felicità”, il Financial Times definisce “piccole fette di gioia”. Alessio Tanganelli è il Country Manager di CRF Institute, che dal 1991 analizza le “ Best Practice” nel mondo delle risorse umane.E pubblica la bibbia dei Top Employers in 12 nazioni: la classifica delle aziende più capaci di valorizzare il talento.
Troppo facile pensare chi potrebbe ricoprire l’ultimo posto!

giovedì 4 novembre 2010


"UN TESTO FUORI CONTESTO
E' UN PRETESTO CHE CONTESTO"