NELLE FORESTE SIBERIANE (Sellerio,2012)
Premio Médicis 2011.
«Mi ero ripromesso che prima dei
quarant’anni avrei vissuto da eremita nei boschi. Sono andato a stare per sei
mesi in una capanna siberiana, sulla sponda del lago Bajkal (…). Mi sono
portato libri, sigari e vodka. Il resto – spazio, silenzio e solitudine – c’era
già».
Da febbraio a luglio Sylvain Tesson si
impone un ritmo preciso. La mattina legge, scrive, fuma, disegna. Seguono
cinque lunghe ore dedicate alle faccende domestiche: bisogna tagliare la legna,
spalare la neve, preparare le lenze, riparare i danni dell’inverno, tutto a
trenta gradi sotto zero, isolato e nella più completa solitudine. La vera sfida
di questi sei mesi è scoprire se si riuscirà a resistere. L’ispettore forestale
che lo accompagna fin lì è chiaro ed enigmatico allo stesso tempo: «Questo è un
posto magnifico per suicidarsi…».
“… l’esperienza dell’immobilità come la
continuazione del viaggio con altri mezzi”
“Nel viaggio, che secondo me è sempre una
fuga, e nell’eremitismo c’è una dimensione critica che dice qualcosa del proprio
disaccordo col mondo, senza però imporlo agli altri. E’ una trasgressione non
violenta”.
Sylvain Tesson dopo un giro del mondo in bicicletta si
appassiona all’Asia centrale, che visita frequentemente a partire dal 1997.
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