Pochi minuti dopo la sparatoria a Palazzo Chigi, quando
ancora non si sapeva il nome dell’attentatore, qualche cronista televisivo ha
subito raccolto la voce (non vera, almeno in quei termini) secondo cui si
sarebbe trattato di una persona afflitta da problemi psichici. Perché? Non per
il gusto di disinformare o per chissà quale disegno. Era piuttosto un’ovvia
forma di rassicurazione collettiva. Quei cronisti, come tutti noi, cercavano
rassicurazioni: il gesto di un folle fa assai meno paura di un deliberato atto
terrorista. (Angelo Panebianco)
E DOPO GLI SPARI DI ROMA, SCORTE E TUTELA ARMATA PER TUTTI I
NUOVI MINISTRI.
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