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giovedì 21 ottobre 2010

I PARADOSSI DEL MERCATO DEL LAVORO


Quest’anno il Premio Oscar per l’economia è andato a tre studiosi, due americani Peter A. Diamond e Dale T. Mortensen ed un greco-cipriota Christopher A.Pissarides.
La motivazione: “I modelli creati dai tre ci aiutano a comprendere in quali modi disoccupazione, posizioni vacanti e salari vengono toccati dalla politica economica e dall’attività regolamentare, la tesi classica del mercato secondo cui venditori e compratori si incontrano in tempi relativamente brevi, senza incorrere in costi e in possesso di tutte le informazioni necessarie per eseguire la transazione, non trova più riscontro nel mondo reale”. Al problema dell’arduo incontro tra domanda e offerta di lavoro i Nobel rispondono che non basta il solo mercato. Sono necessarie regole, incentivi, interventi da parte dei governi.In particolare per Pissarides, per creare nuovi posti di lavoro e favorire la crescita, bisogna ragionare di maggiore flessibilità negli orari di lavoro per favorire l’ingresso di donne sul mercato, di istruzione e immigrazione, di riduzione delle tasse sul lavoro e di riduzione degli ostacoli burocratici per chi vuole aprire un’impresa. Ma la vera difficoltà è nello stabilire quale è il livello di equilibrio ideale tra costi e benefici delle politiche sul mercato del lavoro. La ripresa, qualora ci fosse, non deve essere una jobless recovery ma deve creare nuovi posti di lavoro. In Germania si è puntato sulla formazione, sulla transizione dei giovani tra scuola e lavoro e sulla riconversione professionale. In Italia il solo problema è la ricercata pretesa arrogante dell’impunità, ed anche con la complicità sindacale, è la deriva nel mondo del lavoro.! Completamente assente qualsiasi politica sociale, mentre il denaro della cassa integrazione finirà.

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