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venerdì 14 settembre 2012

VIAGGIARE RESTANDO FERMI

ALLA RICERCA DELLA LIBERTA' INTERIORE

NELLE FORESTE SIBERIANE (Sellerio,2012)
Premio Médicis 2011.

«Mi ero ripromesso che prima dei quarant’anni avrei vissuto da eremita nei boschi. Sono andato a stare per sei mesi in una capanna siberiana, sulla sponda del lago Bajkal (…). Mi sono portato libri, sigari e vodka. Il resto – spazio, silenzio e solitudine – c’era già».


Da febbraio a luglio Sylvain Tesson si impone un ritmo preciso. La mattina legge, scrive, fuma, disegna. Seguono cinque lunghe ore dedicate alle faccende domestiche: bisogna tagliare la legna, spalare la neve, preparare le lenze, riparare i danni dell’inverno, tutto a trenta gradi sotto zero, isolato e nella più completa solitudine. La vera sfida di questi sei mesi è scoprire se si riuscirà a resistere. L’ispettore forestale che lo accompagna fin lì è chiaro ed enigmatico allo stesso tempo: «Questo è un posto magnifico per suicidarsi…».
“… l’esperienza dell’immobilità come la continuazione del viaggio con altri mezzi”
“Nel viaggio, che secondo me è sempre una fuga, e nell’eremitismo c’è una dimensione critica che dice qualcosa del proprio disaccordo col mondo, senza però imporlo agli altri. E’ una trasgressione non violenta”.
Sylvain Tesson  dopo un giro del mondo in bicicletta si appassiona all’Asia centrale, che visita frequentemente a partire dal 1997.

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