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martedì 12 luglio 2011

RIEN NE VA PLUS … di Maurizio Mancini

PER IL BARZALLETTIERE ITALIANO
La politica alla deriva e ormai erosa nei suoi intenti dai poteri economici-finanziari.L’unico punto forte del governo italiano di destra,la compattezza,si è sgretolato,liquefatto di fronte all’incapacità di affrontare tempestivamente i veri problemi del paese e della crisi. Quella crisi che non c’era e se c’era, l’Italia ne stava uscendo con tagli orizzontali,congelamenti salariali,debito pubblico in aumento e crescita zero. E’ stato invece il tempo perso dietro alle leggi ad-personam, al bunga-bunga, ad 1 milione di posti di lavoro,all'acqua da privatizzare,ai Ministeri da spostare, al 10% (1 italiano su 10) che battezza come benedette delle acque nordiste, ai casinò a Lampedusa e agli immigrati da respingere,al ritorno del nucleare, perseguendo insomma solo interessi parziali e scellerati a discapito della collettività, in una storia strumentalmente alienata dalla realtà, dai fatti e dalle date. Troppa l’inconsistenza politica e troppi i limiti dello statista Silvio Berlusconi che discredita i propri ministri (anche quelli meno mediocri),una evidente inadeguatezza che ha portato l’Italia ormai sull’orlo del baratro. Un Paese,uno Stato ed un Governo non può essere gestito come un'azienda.Si è stati miseramente condotti all’accettazione rassegnata di ogni scandalo,all'abbattimento del limite della decenza pubblica: non si rabbrividisce più per nulla … perché tutti si è peccatori. Un’immagine compromessa e sfiduciata all’Estero e una grave confusione all’interno di un paese che continua a non comprendere quale sia il riferimento morale da seguire. Troppe le avvisaglie, e troppo poco la politica estera tessuta solo attraverso rapporti personali con dittatori. Di fatto l’Italia appare isolata, nel solito angolo angusto, attanagliata dalle problematiche oscene e senili di un premier,aggrovigliata e smarrita nel proprio sistema imperante di corruzione.Solo le banche reagiscono! La coesione parassitaria del popolo dell’amore si frammenta, ed ora neanche comprare il consenso basta più. Il re, con la sua cecità, è stanco, nudo e per il futuro rischia il linciaggio.
Ora, solo ora si invoca la condivisione responsabile dell’opposizione! Quantificare i danni provocati negli ultimi 15 anni dall’imprenditore è al momento impossibile, solo gli anni necessari alla rimozione delle macerie potranno dare una risposta.


Ripartire dai giovani,dalla riqualificazione del lavoro,dall'innovazione,dall' istruzione per tutti (senza costo) e dalla ricerca, dalla competitività,dal pagare tutti le tasse rispetto ai beni che si posseggono. Dalla cultura, e dal mondo che cambia vertiginosamente. Dal vivere insieme e meglio. Basta con le lobby e le logge, con i comitati "a delinquere" ed i furbi scemi.
Non si può continuare a credere che il pianeta possa essere mosso solo dal dio denaro e dall'invidia,occorre ritrovare,non un’ideologia,bensì un’etica esistenziale su poche essenziali idee.La politica deve sapersi imporre alle spregiudicate e selvagge ambizioni, dettare i principi e le necessità al mondo della finanza e dell'economia. Ridistribuire tentando di riequilibrare le risorse pensando al bene comune, in primis alla salute e al futuro della Terra, con regole stringenti trans-nazionali che rimodulino i mercati escludendo gli speculatori,i disonesti e gli sprechi. Prendere a chi ha di più, e dare a chi ha di meno (o nulla). Lasciare qualcosa di dignitoso e di sostenibile a chi sarà dopo di noi!Non basteranno i fondi salva-Stati, il vecchio continente,depositario della ormai vecchia cultura ed ex ago della bilancia del globo,deve rinnovarsi e sapersi confrontare con pensieri aggressivi,tecnologie avanzate,mercati lontani e management moderni .L’Europa (che ha incluso prematuramente Paesi non ancora pronti), finora inesistente come identità autorevole, o si attesta politicamente, o è destinata a svanire, quantomeno a perdere pezzi, e con lei l’euro e l’Italia.

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