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domenica 9 ottobre 2011

IL VIAGGIO DI SCARLETT


KENIA-DADAAB, "Originariamente attrezzato per dare rifugio alla gente che fuggiva dal conflitto somalo, ora è il  campo profughi più grande del mondo ed a oggi accoglie 450.000 persone con 1.500 nuovi arrivi ogni giorno. Tra le tende la gente va e viene dai distributori dell’acqua, vaga da una tenda all’altra sperando di trovare dei familiari o qualcuno della propria comunità. E’ difficile descrivere quanto desolato sia qui il panorama, quanto arido. Se si vola sopra l’area, tutto ciò che si vede è una sterile desolazione. Non c’è nulla, assolutamente nulla. Tutto deve arrivare per via aerea. Tutta l’acqua deve essere trivellata molto in profondità. Fa incredibilmente caldo e il caldo è inevitabile. Non c’è ombra e nelle tende fa più caldo che fuori. Quindi la gente sta semplicemente seduta, aspettando …  Una città con mezzo milione di persone schiacciate insieme. Non esiste privacy, non ci sono porte che si possono chiudere per stare al sicuro, non c’è elettricità e non c’è  luce, la sera, e nessun pattugliamento della polizia. Ciò che mi ha dato più speranza son state le tante persone che hanno adottato gli orfani. E’ un incredibile atto di umanità, e fa riflettere. Quando si incontrano realtà di questo genere si è profondamente grati alla vita anche solo per il fatto di avere acqua in bottiglia, un pasto, lo scarico del bagno e una doccia di acqua corrente. … sapevamo da mesi che sarebbe arrivata questa siccità e molto si sarebbe potuto fare per evitare l’immensità del disastro. Porterò con me a lungo il ricordo di questo viaggio. Quando si incontrano persone che versano in situazioni tanto disperate e si ascoltano le loro storie è invitabile pensare: “Avrebbe potuto capitare a me”. Siamo tutti il risultato di una serie di circostanze, ed è davvero solo per un caso se alcuni di noi sono nati in società in cui è possibile farsi una doccia calda, dove le donne hanno dei diritti, dove non c’è guerra e recuperare un pasto o sfamare i propri figli non è una sfida continua.  Sì, lì poteva esserci uno qualsiasi di noi."  SCARLETT JOHANSSON

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