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lunedì 13 dicembre 2010

LA GRATITUDINE

Secondo il Dr. Rollin McCraty, dell’Istituto Americano di Cardiologia, la gratitudine aumenta la produzione di oxytocina. Questo ormone, cosiddetto “affettivo”, gioca un ruolo fondamentale nell’eliminazione dello stress e dell’ansia, aiuta il funzionamento delle cellule cerebrali e fortifica il funzionamento degli organi vitali. Dagli studi condotti risulta quindi che chi coltiva la gratitudine gode di una salute migliore, dorme meglio ed ha costanti emozioni positive, raggiungendo gli obiettivi personali più facilmente e velocemente. Considerato quanto sopra, come non riflettere leggendo le citazioni di Francois de la Rochefoucauld: “Nella maggioranza degli uomini la gratitudine è solo un desiderio velato di ricevere benefici maggiori” oppure quelle di Publio Cornelio Tacito: ”E’ tanto più facile ricambiare l’offesa che il beneficio, perché la gratitudine pesa, mentre la vendetta reca profitto”. Eppure “Forse la gratitudine è il parametro della grandezza umana” (Adolfo L’Arco) e “La gratitudine è l’espressione della maturità umana e, mentre la manifesta, la nutre e l’accresce. La gratitudine suscita dialogo di grazie tra chi ha dato il benificio e chi lo riceve” (Oreste Benzi). Riflettiamo sul fatto che “L’egoismo è stata la peste della società e quando è stato maggiore, tanto peggiore è stata la condizione della società” (Giacomo Leopardi). Smettiamo di pretendere, cerchiamo di dare perché “Siamo tutti nella fogna ma alcuni di noi guardano alle stelle”(Oscar Wilde). Smettiamola con le sole preghiere di supplica, adoperiamoci ad elevare preghiere di ringraziamento sapendo che “Un singolo pensiero di gratitudine innalzato al cielo è la preghiera più perfetta” (Gotthold Ephraim Lessing) e, che “In ogni cosa rendete grazie, perché questa è la volontà di Dio in Cristo Gesù verso di voi” (I Tess.5:18). Dato che il “Mondo è stato fatto dagli sciocchi affinchè ci vivano i saggi” (O.Wild) perché allora non lasciarci guidare dalla saggezza per esercitarci all gratitudine, lasciando sempre meno spazio ai risentimenti ed ai rancori che dominano questa società. E, se ci sembra difficile riflettiamo sulla frase di Dostoevskij “Ciò che non riusciamo a perdonare all’altro sono i nostri errori e le nostre rinunce”. Abbiamo bisogno di stupirci e di stupire come “I fanciulli che trovano tutto nel nulla a differenza degli uomini che trovano il nulla nel tutto” (G. Leopardi).
(Emanuela Sirianni)

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