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martedì 14 febbraio 2012

L'ASTIO INCOLMABILE

..."La vita è una lotta, vivila.
La vita è una gioia, gustala.
La vita è una croce, abbracciala.
La vita è un'avventura, rischiala.
La vita è pace, costruiscila.
La vita è felicità, meritala.
La vita è vita, difendila".
(Madre Teresa di Calcutta)

L'Articolo 32 della Costituzione recita così: "La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività". Peccato che tra la teoria e la pratica ci sia una netta separatezza, anzi oserei affermare che la pratica confuta la teoria. I governi non tutelano affatto la salute dell'essere umano. Il diritto alla salute non è garantito a tutti. Gli ammalati sanno infatti di dover contare solo su se stessi e sul buon Dio. E questo non succede solo in alcuni paesi del mondo per così dire sottosviluppati, oppure in America, dove è necessario un discreto reddito per pagarsi l' assicurazione e garantirsi così la tutela della prestazioni mediche. Anche da noi, se non hai soldi non puoi curarti. Pensiamo intanto alla vacuità del sistema prevenzione: per farsi una visita specialistica di prevenzione bisogna attendere mesi, se va bene. La prevenzione non viene propagata come cultura, ma come evento eccezionale. Se poi si ha la sfortuna di essere colpiti da qualche grave infermità bisogna sperare intanto di finire tra le mani giuste e nel posto giusto, e poi bisogna avere una certa tranquillità economica; soprattutto se si ha la sfortuna di risiedere in una regione, come la nostra, dove non si curano certe malattie e si è costretti a fare la valigia e iniziare il pellegrinaggio della speranza chissà dove. Se per esempio dovessimo dovere fare un trapianto, saremmo costretti ad andare fuori regione a proprie spese. Esiste una legge in Calabria, la n. 8/99, che rimborsa tutte le spese mediche sostenute fuori regione. Peccato che le persone interessate non vedano un quattrino da ben 4 anni, in quanto la Regione Calabria, non ha fondi, non ha i soldi per garantire le prestazioni sanitarie necessarie. Pertanto le continue anticipazioni di denaro da parte di questi poveri "sventurati", hanno fatto accumulare cifre abbastanza consistenti. C'è chi e' morto e non ha visto una briciola di rimborso, c'è chi rimane e lotta legalmente per far valere il diritto alla salute! C'è chi si chiedeva prima di morire: " e se non avessi avuto il denaro per affrontare tutti questi viaggi"? Queste domande non hanno più voce... non rimane che la speranza affinchè una vicenda simile non ci tocchi mai in prima persona.
(Simona La Salvia)

1 commento:

  1. Accanto a mia sorella che sta lottando, a 40 anni, contro un tumore al pancreas mi sto chiedendo...se non vivesse a mille km dalla terra dove è nata...avrebbe avuto le stesse possibilità? No.. La scupolosità di un medico di una struttura sanitaria pubblica, è andata a scandagliare dove ad una visita superficiale non c'era nulla. No..In 48 ore, senza "amicizie" e senza "raccomandazioni" è stata sottoposta a tutti gli accertamenti di alta diagnostica necessari (alcune di queste indagini al SUD neanche si possono fare). No..In una settimana era pronto il piano terapeutico ed è entrata in chemioterapia supportata, guidata, assistita. E ribadisco NO, non sarebbe stata la stessa cosa...Il diritto alla salute si tutela con politiche serie di programmazione sanitaria, garantendo a tutti l accesso ai servizi e la sostenibilità economica delle spese. Un paradosso? ...Il problema non sono le "lobby" o le "caste" che sono sempre esistite, dalla notte dei tempi ed esisteranno sempre, insite in quella parte dell'umanità predatoria che schiaccia e sfrutta i più deboli...il problema è la mancanza sempre più diffusa di un'etica individuale, fondata sul rispetto dell'altro e sulla solidarietà. Un sostrato etico di non rassegnazione al "male", di rifiuto dell'ormai dilagante alibi del..."così fan tutti". Katia

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