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martedì 1 febbraio 2011

QUANDO IL LAVORO NEGA IL DIRITTO ALLA VITA, ALLA SICUREZZA, ALLA DIGNITA’ E ALLA LIBERTA’ UMANA

“Non so se esista un ruolo della scrittura, ma certo una delle sue motivazioni è l’eco dell’indignazione, della collera di fronte al mondo.” (J.M. LeClézio)
LAVORARE UCCIDE di Marco Rovelli (Ed. Rizzoli) Un’ inchiesta sulle morti bianche in Italia dove ogni anno muoiono, sul posto di lavoro, 1300 uomini e donne, ma anche una forte denuncia della “precarietà” che condiziona i rapporti nel mondo del lavoro. Una lunga lista di numeri che raramente, come nei casi della ThyssenKrupp di Torino o del Truck Center di Molfetta, conquista le prime pagine dei giornali, trasformandoli in analisi, approfondimenti, storie di vita. “Le morti che avvengono per incidenti sul lavoro si chiamano, in Italia, morti bianche. Bianche come il silenzio, l’indifferenza. Come l’immediata elusione di ogni responsabilità da parte di chi impone ai lavoratori condizioni ambientali insostenibili. Si tratta di lavoratori dimenticati e di storie individuali delle quali è difficile definire il profilo. Storie bianche, vite bianche, costrette ad esistere in un vuoto di diritti e facilmente rimosse dopo un breve clamore mediatico in coincidenza con l’ennesimo “incidente”.
MORTE A 3 EURO - NUOVI SCHIAVI NELL’ITALIA DEL LAVORO di Paolo Berizzi (Ed. Baldini Castoldi) “Il mercato degli uomini e l’usura, due piaghe nascoste di un paese che dimentica in fretta e non vuole imparare. L’autore si è infiltrato nel sistema osceno del caporalato, ha lavorato e rischiato la vita per pochi euro e ne ha tratto l’inchiesta che ha ispirato questo saggio. Una galleria di ritratti crudi e ferocemente necessari a scuotere le coscienze di chi finge di non vedere quelle file di uomini stanchi, provati e umiliati, di chi finge di non capire i motivi di tante improvvise fughe e suicidi, di chi tutto questo lascia che accada in nome di uno strano, incomprensibile quieto vivere.”
IL CORPO E IL SANGUE D’ITALIA OTTO INCHIESTE DA UN PAESE SCONOSCIUTO di AA.VV. Ed.Minimum Fax Un’inchiesta giornalistica a più voci sulle contraddizioni del mondo del lavoro e del nostro paese, condotta da otto giovani ed agguerrite “penne” italiane (giornalisti,reporter,scrittori), che dimostrano come la scrittura possa essere, ancora oggi, un gesto politico, necessario e coraggioso. Il dissesto, le disuguaglianze, la prepotenza di chi persegue una concezione distorta ed utilitaristica del potere,lo sfruttamento del “bisogno” di lavoro si combattono anche squarciando il velo di silenzio che troppo spesso li avvolgono.“Ornella Bellocci ci parla dell’Ilva, delle vite precarie di chi in Ilva lavora,di quelle stroncate di chi nelle adiacenze abita e vive, del conflitto generazionale fra i vecchi operai sindacalizzati estromessi dalla fabbrica ed i giovani che hanno introiettato la drammatica lezione della Palazzina Laf, non credono nel sindacato, non credono nella solidarietà, cedono la propria vita in cambio di pochi euro, maledetti e subito. E che spesso lavorano non alle dipendenze dell’Azienda ma nell’appalto, là dove si muore con intollerabile frequenza.Un libro duro, ma necessario. Da leggere. Da far circolare, oltre la presumibile coltre di silenzio che cercherà di occultarlo.” (Katia Maida per l'Associazione Sindacale FALCRI-ETR-CALABRIA)

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